Rana catesbeiana (Scopoli, 1769)

Rana catesbeiana (Scopoli, 1769)

Nome scientifico
Rana toro americana

 

Caratteristiche

La Rana toro americana è più grande di qualsiasi ranide Europeo: raggiunge i 18 cm di lunghezza, ma alcuni individui hanno raggiunto i 20 cm, con un peso di 800 grammi. Simile alle rane indigene, si distingue, a parte la struttura robusta e le grandi dimensioni, per la membrana timpanica molto grande ed evidente (specialmente nel maschio) e per l’assenza di pliche dorsolaterali (presenti invece in tutte le altre specie Italiane). Il colore del dorso varia dal verde chiaro al bruno verdastro. Il ventre è di colore chiaro: bianco, grigio o giallastro. Le zampe presentano delle bande trasversali scure. I maschi adulti, più piccoli delle femmine, si distinguono da queste per il timpano molto più grande dell’occhio, gli avambracci robusti e, nel periodo riproduttivo, perché il primo dito della zampa anteriore si presenta rigonfio e con una fine granulazione.

 

Provenienza e ecologia

La Rana toro americana è originaria dell’America Settentrionale, ed è stata introdotta in varie parti del mondo soprattutto per essere allevata a scopi alimentari.

Prolifera in bacini lacustri (anche artificiali) e ambienti palustri di discrete dimensioni. Frequenta anche piccoli fiumi e canali con acque a lento scorrimento. Generalmente predilige ambienti acquatici a carattere permanente e ricchi di vegetazione. I maschi difendono attivamente il loro territorio (un tratto di sponda che può andare dai 3 ai 25 metri di ampiezza) nel quale cercano di attrarre le femmine grazie al loro caratteristico canto. In Italia sembra limitata alle zone di bassa collina e pianura.

 

Perché è un problema

È considerata una fra le 100 peggiori specie invasive in Europa. È un vettore di una patologia (chytriomicosi) causata da un fungo che è responsabile di epidemie in molte popolazioni di anfibi in tutto il mondo. Essendo un vorace ed abile predatore di invertebrati o piccoli vertebrati può impattare negativamente sulla biodiversità indigena. Sono state documentate anche predazioni ai danni di rane, piccole testuggini, serpenti, giovani di uccelli acquatici e addirittura di pipistrelli e uccelli catturati in volo.

 

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LIFE13 ENV/IT/842

Progetto CSMON-LIFE, Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE+.