Rospo smeraldino

Rospo smeraldino

Nome scientifico
Pseudepidalea lineata (Laurenti, 1768)

Famiglia
Bufonidae

Ordine
Anura

Classe
Amphibia

Nome / nomi comuni
Rospo smeraldino

Nota descrittiva
Il genere Pseudepidalea comprende un complesso di specie, distinguibili prevalentemente su base genetica, diffuse in Europa, escluse la Penisola Iberica, Francia, Inghilterra e aree settentrionali della Scandinavia, Africa mediterranea e  Asia centrale e sud-occidentale. P. lineata   è distribuito nell’Italia continentale, Sardegna e Corsica, mentre nelle provincie di Udine, Trieste e Gorizia è presente P. viridis. In Sicilia si rinviene sia P. viridis che P. sicula. Il rospo smeraldino è una specie relativamente termofila, planiziale e marginalmente anche collinare, distribuita prevalentemente in zone costiere.  Il corpo è tozzo e verrucoso. La colorazione dorsale è biancastra con un numero variabile di macchie verdastre e punti rossi. Gli adulti sono terragnoli e sopportano bene l’aridità prediligendo aree aperte termofile di tipo steppico. Sono attivi nelle ore serali e notturne, durante il giorno si rifugiano in buche nel terreno o sotto i sassi. La riproduzione avviene tra marzo e giugno e in questo periodo è possibile udire il canto di richiamo del maschio, un trillo  piuttosto intenso e acuto.

Descrizione morfologica
Pseudepidalea lineata   ha un corpo tozzo e verrucoso, di dimensione che varia tra circa 60-80 mm nei maschi, e 80-100 mm nelle femmine. La colorazione dorsale è chiara e va dal biancastro, al bianco-giallastro, al rosato e al grigio chiaro, con un numero variabile di macchie verdastre. Sono spesso presenti anche macchiette e punti rossi, generalmente in corrispondenza dei tubercoli. Ventralmente presenta un colore chiaro, uniforme o a volte macchiato di scuro. L’iride è giallo-verdastra o verdastra, venata o vermicolata di nero. Oltre che per le dimensioni minori (massimo 100 mm nei maschi e 140 mm nelle femmine) i maschi si distinguono dalla femmina per avere gli arti anteriori molto più robusti, la palmatura dei piedi molto più estesa, il primo dito interno della mano provvisto di una grossa callosità e un sacco vocale golare. La larva, lunga circa 40-50 mm, è caratterizzata da un corpo con parti dorsali bruno-olivacee o grigio-olivacee, uniformi o macchiettate di scuro, e parti ventrali bianco-grigiastre. Le creste caudali sono grigiastre, e possono avere macchiette o punteggiature brune. La cresta dorsale non si estende sul corpo ed è più alta di quella ventrale. Lo spiracolo si trova nella parte sinistra, in posizione mediana del corpo. Gli occhi sono situati dorsalmente, la distanza interoculare è meno del doppio di quella fra le narici. L’apertura anale è equidistante dalle due estremità del corpo.Le ovature hanno la forma di un cordone gelatinoso trasparente lungo 2-5 metri con le uova  disposte in 2-4 file e di colore completamente nerastro.

Nota ecologica
Il rospo smeraldino  è una specie relativamente termofila, planiziale e marginalmente anche collinare, distribuita, in Italia, da zone costiere a 500 m. In condizioni climatiche idonee può superare i 1000 m di quota. Gli adulti sono terragnoli e sopportano bene l’aridità prediligendo aree aperte termofile di tipo steppico, di norma regioni costiere e sabbiose. Sono attivi nelle ore serali e notturne e durante il giorno si rifugiano in buche nel terreno o sotto i sassi.Il periodo riproduttivo è compreso tra marzo e giugno e può variare da alcune settimane a pochi mesi. È una specie opportunista e colonizzatrice. Per la deposizione sono spesso utilizzati corpi d’acqua di recente formazione o temporanei, con scarsa vegetazione e di preferenza poco profondi: pozze di origine meteorica o da esondazione, pozze in cave abbandonate o addirittura in cantieri edili, stagni, fossati e canali con acqua ferma o a debole corrente, bassi acquitrini, risaie, vasche in parchi e giardini, etc. Può riprodursi anche in acque salmastre. I maschi precedono di qualche giorno nei siti riproduttivi l’arrivo delle femmine. Il canto di richiamo del maschio, è udibile durante tutto il periodo della fregola, di giorno e notte, ma soprattutto al crepuscolo e nelle prime ore di oscurità. Consiste in un trillo piuttosto intenso e acuto. La maturità sessuale è raggiunta di regola all’età di 3-4 anni nei maschi e di 4-5 anni nelle femmine. I maschi competono tra loro e gli accoppiamenti multipli con una stessa femmina risultano abbastanza frequenti. L’accoppiamento è di tipo ascellare,  e la durata è compresa fra alcune ore e vari giorni. La femmina emette per ogni ovodeposizione 5.000-17.000 uova. Di regola le larve fuoriescono dalle uova in meno di una settimana e metamorfosano dopo 1,5 - 2 mesi.
Le larve sono onnivore, ma in netta prevalenza vegetariane e detritivore. I rospi smeraldini si difendono dalla predazione grazie ad una secrezione lattescente tossica. La massima longevità nota in natura è di 11 anni.

Contestualizzazione nella problematica ambientale della campagna
Il rospo smeraldino risulta relativamente scarso e localizzato. In generale, negli ultimi anni è stato registrato un declino della specie più o meno evidente rispetto al passato. Nel Lazio è distribuito lungo tutta la fascia costiera, nelle valli fluviali interne, e in zone termofile antiappenniniche. E’ assente invece in tutti i massicci appenninici. I principali fattori di minaccia per la specie sono tutte quelle cause in grado di provocare la distruzione, il degrado o la frammentazione degli habitat riproduttivi. L’utilizzo massiccio di insetticidi ed erbicidi in agricoltura ha un notevole impatto negativo anche sui metamorfosati che si nutrono di vari invertebrati terrestri.. La specie (sotto il nome di  Bufo viridis) è presente nell’allegato II della «Convenzione di Berna» e nell’allegato IV della «Direttiva Habitat» 92/43/CEE. Nella Red List dell’I.U.C.N. (2013) è attribuita alla categoria LC (least concern). Nel Lazio è protetta dalla L. R.18/1988.

Specie simili
Bufo bufo

Caratteristiche distintive
Assenza di colorazione verde e di sacchi vocali. Ghiandole parotoidi divergenti. Iride rossiccia.

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LIFE13 ENV/IT/842

Progetto CSMON-LIFE, Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE+.