Myocastor coypus (Molina, 1782)

Myocastor coypus (Molina, 1782)

Nome scientifico
Nutria

Caratteristiche

La Nutria presenta un mantello di colore marroncino giallastro o rossastro, più o meno scuro nelle parti superiori e sui fianchi, più chiaro sul ventre. Il mento e l’estremità del muso sono bianchi. Tuttavia, variazioni cromatiche sono spesso osservabili in popolazioni originate da individui a lungo selezionati dall’uomo per la loro pelliccia, con frequenza elevata di esemplari albini. Il muso è tozzo e massiccio, le orecchie e gli occhi sono piccoli. La coda si presenta cilindrica ed è provvista di peli radi e corti. Le zampe posteriori presentano dita palmate, le anteriori grossi unghioni. Sono assai evidenti i grossi incisivi con la parte anteriore di colore giallo-arancio, così come le lunghe vibrisse, la maggior parte delle quali è bianca.

 

Provenienza e ecologia

La Nutria è stata importata dal Sudamerica per essere allevata per la produzione di pellicce a partire dal 1928. Negli anni successivi numerose popolazioni si sono presto naturalizzate. Ciò è avvenuto sia in seguito alle ripetute fughe dagli allevamenti da pelliccia, sia perché quando l’attività ha cessato di essere remunerativa molti esemplari sono stati liberati.

La nutria è diffusa nei canali, nei fiumi, nei laghi, negli specchi d’acqua e nelle zone acquitrinose. E’ una specie che trascorre gran parte della propria attività quotidiana nell’acqua o nei pressi di essa. Scava gallerie con evidenti fori di ingresso sulle sponde degli invasi, del diametro di 20-30 cm, soprattutto nelle zone coperte da vegetazione ripariale. E’ attiva soprattutto di notte, ma con importanti fasi di attività anche nel corso delle ore di luce. La dieta è vegetariana, con variazioni nel corso dell’anno in funzione della disponibilità che offre l’ambiente.

 

Perché è un problema

Può causare danni di varia entità agli appezzamenti agricoli situati nelle immediate vicinanze dell’acqua. I danni maggiori sono quelli a carico delle colture di cereali, soprattutto grano e mais, di girasole e di numerose piante ortive. Nell’ambito delle coltivazioni di cereali, l’importanza del danno dovuto al continuo passaggio degli animali, consistente nell’abbattimento del fusto delle piante su una vasta superficie, eccede spesso quello effettivamente procurato dalla loro attività trofica. Anche le alterazioni prodotte a carico dell’habitat possono essere rilevanti, con conseguenze negative anche sulle cenosi animali e vegetali. Tra di esse, particolarmente importante è l’impatto che la specie può avere nutrendosi della canna palustre, ivi incluso il suo rizoma, provocando una drastica diminuzione dei canneti, con pesanti ripercussioni sull’ambiente idoneo alla nidificazione di molte specie di uccelli. In molti contesti la maggiore importanza economica è però rivestita dai danni alla stabilità degli argini, che può essere gravemente compromessa dagli scavi compiuti dalle nutrie per la costruzione del nido.

 

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LIFE13 ENV/IT/842

Progetto CSMON-LIFE, Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE+.