Nutria, Castorino

Nutria, Castorino

Nome scientifico
Myocastor coypus (Molina, 1782)

Famiglia
Myocastoridae

Ordine
Rodentia

Classe
Mammalia

Nome / nomi comuni
Nutria, Castorino

Nota descrittiva
La nutria è una specie aliena invasiva, di origine sudamericana ma ormai diffusa negli ambienti acquatici di gran parte del mondo. Tra gli impatti di cui è responsabile annoveriamo quelli sulla biodiversità, tramite l’alterazione dei canneti e della vegetazione ripariale, sulla stabilità degli argini, a causa delle attività di scavo, nonché la possibile trasmissione di zoonosi.

Descrizione morfologica
La Nutria presenta un mantello di colore marroncino giallastro o rossastro, più o meno scuro nelle parti superiori e sui fianchi, più chiaro sul ventre. Il mento e l’estremità del muso sono bianchi. Tuttavia, soprattutto nelle popolazioni delle zone di introduzione, variazioni cromatiche sono spesso osservabili. Ciò è dovuto al fatto che tali popolazioni sono state originate da individui a lungo selezionati dall’uomo per la loro pelliccia. A testimonianza di ciò, è possibile osservare come in tali zone gli esemplari albini siano assai frequenti, mentre nell’areale d’origine essi sono ben più rari. Il sottopelo (o borra) è morbido e di colore grigio, più denso sul ventre. Il muso è tozzo e massiccio, le orecchie e gli occhi sono piccoli. La coda si presenta cilindrica ed è provvista di peli radi e corti. Le zampe posteriori presentano dita palmate, le anteriori grossi unghioni. Sono assai evidenti i grossi incisivi con la parte anteriore di colore giallo-arancio, così come le lunghe vibrisse, la maggior parte delle quali è bianca. Si distingue dall’Ondatra per la taglia nettamente maggiore, per la coda cilindrica anziché appiattita lateralmente e per la presenza di peli sulla coda. Lunghezza testa-corpo 35-60 cm, coda 25-42 cm, piede posteriore 11-14 cm, orecchio 2.5-3.0 cm, peso 4.8-9 kg.

Nota ecologica
La nutria è diffusa nei canali, nei fiumi, nei laghi, negli specchi d’acqua e nelle zone acquitrinose. E’ una specie che trascorre gran parte della propria attività quotidiana nell’acqua o nei pressi di essa. Scava gallerie con evidenti fori di ingresso sulle sponde degli invasi, del diametro di 20-30 cm, soprattutto nelle zone coperte da vegetazione ripariale. E’ attiva soprattutto di notte, ma con importanti fasi di attività anche nel corso delle ore di luce. La dieta è vegetariana, con variazioni nel corso dell’anno in funzione della disponibilità che offre l’ambiente. Particolarmente appetiti sono i fusti delle graminacee, ma consuma anche germogli, frutti, tuberi, radici e rizomi. Può occasionalmente cibarsi di molluschi, ma non delle uova degli uccelli acquatici. Non trattandosi di una specie elusiva, è molto facile osservare gli individui in attività anche nelle ore diurne, che costituiscono la gran parte delle segnalazioni ottenute nel corso di questa ricerca. Gli escrementi sono caratteristici e assai facili da rinvenire, e si presentano a forma di nocciolo d’oliva, con evidenti striature longitudinali. Anche le gallerie, scavate sulle sponde dei corsi d’acqua costituiscono caratteristici segni di presenza, benché non sempre siano evidenti e tendano ad essere celate dalla vegetazione ripariale.

Contestualizzazione nella problematica ambientale della campagna
La Nutria è stata importata in Italia per essere allevata per la produzione di pellicce a partire dal 1928. Negli anni successivi numerose popolazioni si sono presto naturalizzate. Ciò è avvenuto sia in seguito alle ripetute fughe dagli allevamenti da pelliccia, sia perché quando l’attività ha cessato di essere remunerativa molti esemplari sono stati liberati. Inizialmente, i nuclei erano estremamente localizzati ed isolati fra di loro, ma la distribuzione attuale è ormai continua su buona parte del territorio italiano. Può causare danni di varia entità agli appezzamenti agricoli situati nelle immediate vicinanze dell’acqua. I danni maggiori sono quelli a carico delle colture di cereali, soprattutto grano e mais, di girasole e di numerose piante ortive. Nell’ambito delle coltivazioni di cereali, l’importanza del danno dovuto al continuo passaggio degli animali, consistente nell’abbattimento del fusto delle piante su una vasta superficie, eccede spesso quello effettivamente procurato dalla loro attività trofica. Anche le alterazioni prodotte a carico dell’habitat possono essere rilevanti, con conseguenze negative anche sulle cenosi animali e vegetali. Tra di esse, particolarmente importante è l’impatto che la specie può avere nutrendosi della canna palustre, ivi incluso il suo rizoma, provocando una drastica diminuzione dei canneti, con pesanti ripercussioni sull’ambiente idoneo alla nidificazione di molte specie di uccelli. In molti contesti la maggiore importanza economica è però rivestita dai danni alla stabilità degli argini, che può essere gravemente compromessa dagli scavi compiuti dalle nutrie per la costruzione del nido.

Specie simili
Ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus)

Caratteristiche distintive
Dimensioni assai più ridotte (150-300 grammi di peso), coda cilindrica lunga all’incirca come la lunghezza testa-corpo.

Specie simili
Arvicola acquatica (Arvicola amphibius)

Caratteristiche distintive
Dimensioni assai più ridotte (100-200 grammi di peso), coda cilindrica lunga all’incirca la metà della lunghezza testa-corpo.

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LIFE13 ENV/IT/842

Progetto CSMON-LIFE, Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE+.