Gambero di fiume, Gambero dai piedi bianchi

Gambero di fiume, Gambero dai piedi bianchi

Nome scientifico
Austropotamobius pallipes (Lereboullet, 1858)

Famiglia
Astacidae

Ordine
Decapoda

Classe
Malacostraca

Nomi comuni
Gambero di fiume, Gambero dai piedi bianchi

Nota descrittiva
Il Gambero di fiume è presente lungo tutta la penisola italiana. Il suo nome scientifico deriva da Austro, che fa intendere la sua presenza in Austria e da potamos, che significa “fiume”; pallipes deriva dal latino “pallido” poiché le sue zampe sono di colore chiaro. Il tipico habitat del Gambero di fiume è rappresentato dalle acque correnti, limpide, fresche e ben ossigenate: quando i corsi d'acqua della nostra penisola erano puliti e ben lontani dalle condizioni attuali, erano popolati da una ricca fauna di invertebrati e, tra questi, proprio il gambero di fiume che, in virtù della sua ricca presenza, era usato a scopo alimentare; le prime testimonianze relative al suo utilizzo culinario risalgono ai tempi dell'antica Roma, anche se la maggior parte delle testimonianze arrivano dal medioevo. L'uso alimentare nel nord Europa fu talmente massiccio da portare alla scomparsa di numerose popolazioni in epoche storiche. Attualmente ne è vietata la pesca in tutte le regioni italiane e la specie è rigorosamente protetta ai sensi della DIR 92/43/CEE (allegato IV) e, nel Lazio, ai sensi della LR 18/88.

Descrizione morfologica 
La lunghezza totale dell’adulto è 6–12 cm. Il corpo è bruno-verdastro sul dorso e sui fianchi. Il ventre e le zampe sono di colore biancastro. Il rostro è breve e con bordi divergenti dall’apice alla regione oculare. I denti laterali sono presenti e di piccole dimensioni. La cresta mediana è poco marcata e liscia. Il carapace è generalmente granuloso con un solo paio di creste post-orbitali. Una o due spine si possono trovare posteriormente al solco cervicale. Le chele sono robuste e granulose e sono di dimensioni maggiori negli esemplari di sesso maschile. Il margine interno è irregolare, il colore ventralmente è più chiaro. Il telson è delimitato da un paio di spine.

Nota ecologica 
La specie frequenta le acque correnti, limpide, fresche e con ossigenazione costante; colonizza preferibilmente torrenti con fondali duri ricoperti di limo, ma si adatta anche a fondali fangosi e ad ambienti lacustri. Non sopporta a lungo temperature superiori ai 24-25°C. Predilige acque dure, ricche di carbonati di calcio. Si tratta di una specie con abitudini notturne, essenzialmente onnivora, anche se gli stadi immaturi sembrerebbero orientati verso una dieta carnivora e gli adulti verso una dieta detritivora. Il periodo riproduttivo va dal tardo autunno (fecondazione) alla fine della primavera (schiusa delle uova) con le femmine che svernano, quindi, gravide. È una specie assai sensibile all’inquinamento ed alla peste del gambero. 

Contestualizzazione nella problematica ambientale della campagna
In Italia, attualmente, il gambero di fiume è in forte rarefazione e rimane confinato in zone limitate; in genere si tratta di zone poco o per nulla antropizzate, dalle acque pulite e ben ossigenate. È  considerata “in pericolo” in base ai criteri della Lista Rossa dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura).
I fattori che più ne minacciano la sopravvivenza in Italia sono:

  • la presenza di Crostacei alloctoni introdotti dalle attività umane, generalmente sfuggiti ad allevamenti, in particolare Procambarus clarkii, Orconectes limosus di origine americana e Astacus leptodactylus di origine turco-asiatica. Queste specie, infatti, possono entrare in competizione per le risorse con il gambero di fiume e, inoltre, possono introdurre di malattie come ad esempio la peste del gambero;
  • l'inquinamento organico dei corsi d’acqua che diminuisce il tenore di ossigeno nelle acque, rendendo impossibile la presenza del gambero;
  • l'inquinamento inorganico dovuto principalmente ai metalli pesanti contenuti negli anticrittogamici.

La sottospecie italiana Austropotamobius pallipes italicus è a forte rischio di estinzione ed è scomparsa da molti corsi d’acqua. Ai fattori sopra elencati si aggiunge, quindi, un pericoloso frazionamento dell'areale e delle popolazioni che potrebbe portare ad un indebolimento genetico e ad una rapida estinzione in Italia.

Specie simili
Gambero rosso della Louisiana Procambarus clarkii 

Caratteristiche distintive
Colore da rosso brillante a rosso scuro, a volte con riflessi bluastri nei soggetti dopo la  muta. L’addome è caratterizzato da bande scure sulla parte dorsale. Chele sviluppate con granulosità molto evidente e margine interno irregolare.

Specie simili
Gambero americano Orconectes limosus 

Caratteristiche distintive
Colorazione verde oliva con caratteristiche macchie bruno rossastre di forma quasi triangolare sulla zona dorsale dell’addome.  Chele granulose con margine interno liscio e punta uncinata.

Specie simili
Gambero turco Astacus leptodactylus

Caratteristiche distintive
Colore variabile da verde oliva a bruno-giallastro o bruno rossastro. La parte ventrale è più chiara. Chele granulose con dita lunghe, sottili e rettilinee.



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LIFE13 ENV/IT/842

Progetto CSMON-LIFE, Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE+.