Granchio blu / Granchio reale (Blue crab)

Granchio blu / Granchio reale (Blue crab)

Nome scientifico
Callinectes sapidus (Rathbun, 1896)

Famiglia
Portunidae

Ordine
Decapoda

Classe
Malacostraca

Nome / nomi comuni
Granchio reale, granchio blu (Blue crab)

Nota descrittiva
Crostaceo decapode con carapace tendenzialmente di colore bluastro. Nativo delle coste Atlantiche occidentali, è avvistato per la prima volta in Mar Mediterraneo nel 1949, a Grado (Nord Adriatico). Si suppone sia stato introdotto nei porti Mediterranei attraverso le acque di zavorra delle navi provenienti dalle coste atlantiche. La sua diffusione attuale in Mar Mediterraneo ricopre le coste turche, greche, italiane, croate e francesi. Diversi esemplari sono stati osservati nell’area di Ugento, sul versante ionico nel 2004,  e recentemente nei pressi di Torre Colimena e della laguna di Acquatina (2013).
È un importante predatore di specie di molluschi commercialmente importanti, ma nelle aree di origine è esso stesso oggetto di pesca a fini alimentari con guadagni considerevoli per le economie locali.

Descrizione morfologica
Carapace ampio, può raggiungere 20 cm di larghezza e 9 di lunghezza (7.5 cm nelle femmine). Superficie dorsale granulosa e di colore variabile dal grigio al blu verdognolo. Dotato di due denti frontali di forma triangolare.
Margine antero - laterale con nove denti, l’ultimo dei quali più lungo, acuto, esteso lateralmente. Chele robuste e bluastre. Il mero è munito sul lato interno di 3 spine rosse - arancioni e di una spina subdistale distale. Il carpo è privo di spina interna. Le altre appendici grigie dal lato dorsale, blu dal lato lateroventrale.
Le appendici natatorie sono compresse e il quinto paio ha i segmenti distali a forma di racchetta.
Nell’addome maschile i segmenti 3-5 sono fusi, a forma di T rovesciata. I primi pleopodi si estendono al quarto sternite toracico.

Nota ecologica
Specie di origine atlantica, abita le coste dalla Nuova Scozia all’Argentina, con elevate concentrazioni tra Massachusetts e Texas. Specie  litorale, vive da  pochi  fino  a  90  metri di profondità prediligendo  fondali  fangosi  e  sabbiosi. Sopravvive a basse concentrazioni di ossigeno ed essendo una specie eurialina ed euriterma si incontra spesso nei fiumi. In particolare, gli estuari sono aree predilette per la riproduzione che avviene tra la primavera e l’autunno.
Ha una vita breve, non supera i 4 anni. I giovani usano le praterie di fanerogame come area di nursery.
È l’ospite di diverse specie di cirripedi parassiti come Loxothylacus texanus (Boschma, 1933 (Reinhard, 1950), e Octolasmis muelleri (Coker, 1902), i quali attaccano le branchie del granchio.  L’epifauna associata include briozoi, cirripedi, idoroidi e mitili. Inoltre può ospitare un verme nemertino predatore delle sue uova, il Carcinonemertes carcinophila (Kölliker, 1845).

Contestualizzazione nella problematica ambientale
La specie appare per la prima volta in Grecia nel 1948 e in Italia (a Grado) nel 1949. Negli anni successivi al 1950 viene segnalata lungo la costa sud orientale israeliana, turca, francese, egiziana, libica, croata, maltese e siriana. In Italia, la sua presenza è stata accertata dapprima per il golfo di Genova, Sicilia e Laguna di Venezia. Tuttavia il numero di ritrovamenti in nuove aree è in continuo aumento.
La durata della fase larvale (fino a 70 giorni) avvalora l’ipotesi che il trasporto della specie sia avvenuto tramite le acque di zavorra delle navi provenienti dalle aree di origine, rappresentate dai porti atlantici.
La sua capacità natatoria, l’elevata fecondità e la sua aggressività lo rendono un abile competitore per altre specie di invertebrati e presumibilmente anche per altri  granchi come Carcinus maenas (Linnaeus, 1758). In alcune aree la sua attività predatoria ha causato il declino delle popolazioni di molluschi bivalvi (ostriche, vongole, mitili). Altri effetti negativi sull’attività di pesca comprendono i casi di predazione sui pesci catturati tramite reti da posta ed il conseguente danneggiamento delle reti. La sua dieta onnivora prevede inoltre il consumo di alghe ed occasionalmente sono osservati fenomeni di necrofagismo.
È una specie target per la pesca in America, ma è consumato a fini alimentari anche nel Sud - Est Asiatico.

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LIFE13 ENV/IT/842

Progetto CSMON-LIFE, Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE+.