Noce di mare (Sea walnut / American comb jelly)

Noce di mare (Sea walnut / American comb jelly)

Nome scientifico
Mnemiopsis leidyi (Agassiz, 1865)

Famiglia
Bolinopsidae

Ordine
Lobata

Classe
Tentaculata

Nome / nomi comuni
Noce di mare (Sea walnut / American comb jelly)

Nota descrittiva
Organismo gelatinoso di piccole dimensioni (10 cm), ha corpo lobato ed è interamente trasparente. Nativo dell’ Oceano Atlantico (Nord e Sud America), viene introdotto accidentalmente in Mar Nero nel 1980 tramite le acque di zavorra delle navi. Successivamente si diffonde nelle zone orientali che comprendono il Mar d’Azov ed il Mar di Marmara, arrivando gradualmente ad invadere diverse aree del Mar Mediterraneo nel 2009. In Italia numerose segnalazioni indicano la sua presenza ricorrente principalmente lungo le coste toscani e liguri, sebbene sia stato avvistato lungo l’intero stivale.
Essendo uno ctenoforo, non possiede cellule urticanti e pertanto non compromette la salute dei bagnanti ma le sue esplosioni demografiche hanno importanti ricadute sulla catena trofica marina. Vorace predatore di zooplancton, uova e larve di pesci ha già causato in passato il crollo del pescato nel Mar Nero.

Descrizione morfologica
Organismo di consistenza gelatinosa, trasparente, con lunghezza fino a 10 cm. Il corpo è compresso lateralmente e presenta due grandi lobi orali che creano 4 solchi profondi. I lobi si estendono per l’intera lunghezza del corpo ed originano a livello dell’organo apicale. Al di sotto dei due lobi orali sono presenti 4 lobi più piccoli chiamati auricole.
Possiede 8 fila di bande ciliate (4 lunghe e 4 corte) chiamate cteni, le quali sono iridescenti ed appaiono al buio di colore verde. Essendo ermafrodita, entrambi gli organi riproduttivi sono presenti e localizzati lungo gli 8 canali del sistema gastrovascolare.
L’apparato tentacolare decorre lungo il margine orale del corpo verso il lato appiattito. Dal bulbo tentacolare si sviluppano dei tentacoli sottili che si estendono verso i lati destra e sinistra del corpo seguendo dei solchi profondi. Entrambi i lati della bocca sono contornati con una fila di brevi tentacoli che rappresentano la continuazione dei precedenti.

Nota ecologica
Specie nativa delle coste Atlantiche del Nord e Sud America. È tollerante ad un ampio range di salinità e temperatura e per questo si ritrova in habitat diversi, dagli oceani agli estuari.
Sono riportati casi di associazione con l’ anfipode parassita Oxycephalus clause (Bovallius, 1887).
È ermafrodita e si riproduce per auto - fecondazione, con la liberazione delle uova (da 2000 a 8000) e degli spermi in acqua. Gli embrioni che si sviluppano rimangono racchiusi all’interno del sacco ovigero per le successive 30 ore. In seguito attraversano uno stadio di cidippide prima di divenire adulti. Può riprodursi anche allo stadio larvale prima di maturare (dissogonia).
In Mar Mediterraneo è avvistato a partire da Marzo (coste israeliane) a Ottobre (coste  tirreniche).

Contestualizzazione nella problematica ambientale
La specie appare per la prima volta in Mediterraneo nel 1990 nei Golfi di Saronico e Elefsis nel Mar Egeo Occidentale. Successivamente è avvistata nella baia di Mersin, lungo le coste turche (1992 - 1993) e siriane, e durante le estati tra il1991 e 1996 numerosi bloom vengono registrati nel il Mar Egeo Settentrionale.
Le località di ritrovo in prossimità di porti ed il sup pattern di dispersione suggeriscono che la specie sia stata introdotta accidentalmente in Mar Nero attraverso le acque di zavorra delle navi nel 1980 e si sia poi diffusa prima nel Mar Caspio e gradualmente nel Mar Mediterraneo con un meccanismo simile. Negli ultimi anni la specie è stata osservata nella Laguna di Berre in Francia, e nella Baia di Pirano, in Nord Adriatico. Dal 2009 è divenuta frequente lungo le coste liguri, tirreniche e ioniche e nello stesso anno è osservata in gran numero lungo le coste spagnole. La sua presenza ricorrente lungo le coste israeliane indica che la specie stabilmente risiede in Mar Mediterraneo.
La sua dieta a base zooplanctivora associata alla sua velocità di riproduzione e accrescimento rappresentano il pericolo principale per l’ecosistema marino. Le sue esplosioni demografiche causano una diminuzione nelle abbondanze di zooplancton, ittioplancton e pesci zooplanctivori con conseguenti perdite economiche. Nel Mar Nero è stata stimata una perdita di centinaia di milioni di dollari conseguente al crollo del pescato per le acciughe.

Specie simili
Bolinopsis sp. (Agassiz, 1860)

Caratteristiche distintive
I lobi orali originano a metà lunghezza tra l’organo apicale e la bocca. Non presenta escrescenze sulla superficie.

Specie simili
Pleurobrachia sp. (Fleming, 1822)

Caratteristiche distintive
Corpo sferico, lobi orali corti e tentacoli lunghi.    

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LIFE13 ENV/IT/842

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