Barbo comune

Barbo comune

Nome scientifico
Barbus Plebejus Bonaparte, 1839

 

Famiglia

Cyprinidae

 

Ordine

Cypriniformes

 

Classe

Actinopterygii

 

Nome comune

Barbo comune

 

Nota descrittiva

Il Barbo comune è un tipico ciprinide reofilo caratteristico del tratto medio e inferiore dei fiumi planiziali delle Regioni Padana e Italico-Peninsulare. E’ una specie legata ad acque limpide, ossigenate, a corrente vivace e fondo ghiaioso e sabbioso. Ha una taglia medio-grande che può anche superare i 50 cm di lunghezza. Il muso si caratterizza per la bocca infera e la presenza di due paia di barbigli. Se nel passato era uno dei principali pesci dei tratti collinari dei nostri corsi d’acqua, oggi il barbo comune è minacciato e considerato dall’Unione Internazione di Conservazione della Natura (IUCN) una specie “vulnerabile” in Italia. Tra le principali minacce per la sopravvivenza del barbo vi sono l’alterazione/frammentazione degli habitat, l’inquinamento e gli eccessivi prelievi idrici oltre la presenza di specie esotiche competitive come il Barbo europeo. Il progetto LIFE BARBIE (www.lifebarbie.eu) vuole recuperare le popolazioni di Barbo comune in 14 siti Rete Natura 2000 dell’Emilia Romagna attraverso attività ittiogeniche, di riqualificazione fluviale, controllo delle specie esotiche nonchè lo sviluppo di nuove politiche per la gestione sostenibile della risorsa acqua ai sensi delle direttive habitat 1992/43/CE e acque 2000/60/CE.

 

Descrizione morfologica

Il Barbo comune ha una taglia medio-grande, corpo fusiforme, con testa conica e labbro inferiore tripartito. La bocca è infera, protrattile, con mascella superiore prominente circondata da spesse labbra. Il labbro inferiore è carnoso, con lobo mediano marcato. Sono presenti due paia di barbigli, il più corto situato lateralmente alla porzione anteriore del labbro superiore, il più lungo agli angoli della bocca. Può raggiungere dimensioni considerevoli anche oltre i 50 cm di lunghezza e i 3 kg di peso. Il dorso è bruno scuro o bruno verdastro, i fianchi sono giallastri o dello stesso colore del dorso, progressivamente più chiari dal dorso al ventre; la superficie ventrale è bianca o bianco giallastra. Il dorso è caratterizzato da punti neri triangolari con molte scaglie. Il bordo posteriore della pinna dorsale (stesa) è più corto dell’intersezione anteriore della pinna anale. Il bordo superiore della pinna dorsale è poco concavo. Posside 62-78 scaglie sulla linea laterale, 12-16 sopra la linea laterale e 9-15 sotto la linea laterale.

 

Nota ecologica

L’areale originario del Barbo comune interessa tutta la Regione Padana (Dalmazia compresa) e la gran parte della Regione Italico-Peninsulare. Nel nostro paese rappresenta quindi un sub endemismo (Zerunian 2002). Alcuni autori (Bianco 1993, Zerunian 2002) ritengono possibile che il Barbo comune sia autoctono anche del distretto Toscano-Laziale con un areale originario di distribuzione parzialmente sovrapposto a quello del Barbo tiberino. Il Barbo comune è un pesce con discreta valenza ecologica in grado di occupare vari tratti di un corso d’acqua: è diffuso nei corsi pedemontani e di fondo valle; nelle zone denominate a “ciprinidi reofili” risulta talvolta la specie più abbondante. Predilige in ogni modo i tratti dove la corrente è vivace, l’acqua limpida e ben ossigenata e il fondo ghiaioso dove tende a vivere gregario in branchi preferibilmente in prossimità di buche o nei tratti dove l’acqua è più profonda. Ha abitudini bentoniche ed è prevalentemente bentofago: si nutre infatti di larve di insetti, piccoli crostacei ed anellidi (Zerunian 2002). La riproduzione avviene tra metà aprile e luglio. Durante questa stagione riproduttiva i Barbi comuni risalgono i corsi d’acqua occupando anche i piccoli affluenti, fino a trovare aree con fondali ghiaiosi e corrente vivace; qui i nuclei riproduttivi composti da una sola femmina e da alcuni maschi depongono i gameti. Le femmine di Barbo comune depongono circa 5000-10000 uova per individuo. La schiusa avviene a circa 160gradi/giorno, cioè in circa 8-10 giorni ad una temperatura dell’acqua di circa 16°C. Dopo la nascita le larve, una volta riassorbito il sacco vitellino, iniziano la ricerca attiva di cibo; si muovono a mezz’acqua in sciami misti insieme ad altre larve ed avannotti di varie specie di Ciprinidi d’acqua corrente. Dopo alcuni mesi i giovani Barbi cominciano a condurre vita bentonica.

 

Contestualizzazione nella problematica ambientale della campagna

Capire la distribuzione e l’abbondanza delle popolazioni di barbo comune in Italia è il primo passo fondamentale per poi pianificare delle corrette azioni di recupero e conservazione della specie. Il barbo comune è una specie in crescente rarefazione: dall’aggiornamento delle lista Lista Rossa IUCN lo stato di rischio della specie in Italia è stato elevato a “vulnerabile” (VU). Parallelamente è fondamentale anche descrivere la presenza di specie ittiche esotiche competitrici come il barbo europeo Barbus barbus. Le segnalazioni pervenute ai ricercatori coinvolti nel progetto BARBIE potranno essere poi verificate anche su base genetica, per l’identificazione di eventuali individui ibridi.

 

Specie simili

Barbus plebejus

Dimensioni medio-grandi, colorazione bruna e pinna anale la cui lunghezza si estende non oltre l’inserzione del peduncolo caudale. Presenza di punti neri triangolari su molte scaglie del dorso. Bordo superiore della pinna dorsale poco concavo. Testa conica. Peritoneo biancastro.

Barbus meridionalis

Dimensioni ridotte (non superiori ai 20-22cm), colorazione variegata - a chiazze - della livrea e pinna anale che si estende oltre l’inserzione del peduncolo caudale. Macchie nere sui fianchi. Bordo superiore della pinna dorsale rettilineo. Testa corta e profonda. Iride giallo e peritoneo nero inchiostro.

Barbus tyberinus

Dorso con colorazione bruna, i fianchi giallognoli chiari o argentati; il ventre biancastro. Punti neri su tutti i fianchi. Pinna anale che si estende oltre l’inserzione del peduncolo caudale. Bordo superiore della pinna dorsale poco concavo. Testa conica. Peritoneo grigio con gruppi di melanofori.

Barbus barbus

Dorso bruno-verdastro; punti neri sulla parte anteriore delle scaglie. Bordo posteriore della pinna dorsale più corta dell’intersezione anteriore della pianna anale. Bordo superiore della pinna dorsale molto concavo. Testa allungata e labbro vagamente tripartito o bipartito.

 

 

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LIFE13 ENV/IT/842

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