Gambero turco

Gambero turco

Nome scientifico
Astacus leptodactylus (Eschscholtz, 1823)

Famiglia
Astacidae

Ordine
Decapoda

Classe
Malacostraca

Nome comune
Gambero turco

Nota descrittiva
Gambero di dimensioni relativamente grandi, è originario dell’Europa centrale e orientale, Russia Asiatica e Medio oriente, ed è stato introdotto in quasi tutto il resto del continente  europeo. La specie sembra essere stata prelevata dalla Galizia (Spagna) nel XIX secolo, in occasione della prima fase di introduzione nell’Europa occidentale. Poiché era ritenuta immune alla peste del Gambero, la specie fu utilizzata per rimpiazzare le popolazioni del Gambero nobile, Astacus astacus, decimate dalla malattia. Successivamente si è scoperto che la specie è sensibile alla peste. Il gambero turco è onnivoro e tollerante a un’ampia gamma di condizioni ambientali, può vivere in acqua dolce e salmastra. Presente in fiumi, canali, laghi, specchi d’acqua e zone paludose, la specie si adatta a ogni tipo di substrato. Non sembra apportare rischi sanitari per l’uomo, e gli impatti di carattere ecologico sembra limitati alla trasmissibilità della peste al gambero autoctono Austropotamobius pallipes, al quale tuttavia non risulta immune. 

Descrizione morfologica 
La taglia di A. leptodactylus può raggiungere i 30 cm (con un peso massimo di 200 g), ma è di solito compresa tra i 12 e i 15 cm. La colorazione, dorsalmente, varia da verde oliva a bruno-giallastro o bruno-rossastro, mentre assume tonalità più chiare ventralmente. Il rostro è relativamente lungo, con bordi quasi paralleli; l’apice è appuntito e prominente con cresta mediana dentellata; i denti laterali sono ben evidenti. Il carapace, in genere granuloso e lateralmente rivestito di spine, presenta due paia di creste post-orbitali ben sviluppate con spine evidenti. Una o più spine laterali sono posteriori al solco cervicale. Le chele sono ben sviluppate e granulose; sono dotate di dita allungate e sottili, con margine interno liscio. Nei soggetti adulti, le chele possono raggiungere notevoli dimensioni.

Nota ecologica 
Il Gambero turco è una specie tipica di acque a lento scorrimento, vive in fiumi, laghi e stagni, sia su substrati fangosi che su substrati duri. È un gambero robusto e adattabile; vive anche in acque a basso tenore di ossigeno e sopporta temperature relativamente elevate (fino a 25°C). Riesce a colonizzare acque salmastre sopportando livelli di salinità del 14 per cento. A. leptodactylus è onnivoro, ma predilige lo zoobenthos. Anche i pesci costituiscono una componente relativamente abbondante della dieta. Le alghe e le macrofite maggiormente consumate sono Cladophora sp.,Zostera sp. e Potamogeton sp. La maturità sessuale è raggiunta al terzo o al quarto anno. Il periodo di accoppiamento dipende dalla latitudine (ottobre-dicembre). In Europa, le uova schiudono tra maggio e giugno. Il numero delle uova gonadiche varia da 200 e 530, mentre le uova pleopodali sono comprese tra 180 e 650. La sopravvivenza delle uova e dei giovani è compresa tra il 40 e il 90% in base alla taglia della femmine. L’accrescimento è relativamente veloce: dopo il primo anno di vita un individuo può raggiungere la lunghezza totale di 4-5 cm. 

Contestualizzazione nella problematica ambientale della campagna
Specie originaria della regione Ponto-Caspica, del Mar d’Azov e del Mar Nero; ritenuta indigena anche per: Austria orientale, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Moldavia, Romania, Serbia, Slovacchia, Turchia e Ungheria. Il gambero turco è presente in tutta Europa, eccetto Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia e Svizzera. In Italia è presente a partire dagli anni 1970, mentre nel Lazio è stata segnalata per la prima volta nel 1998 nelle province di Roma e di Rieti. Le prime introduzioni furono effettuate in Polonia, Germania, Lituania, Austria occidentale, Belgio e probabilmente nella Repubblica Ceca e in Slovacchia. Le introduzioni effettuate a partire dagli anni ’70 sono dovute a scopi commerciali. In Italia, A. leptodactylus viene normalmente importato e stoccato in bacini chiusi prima di essere commercializzato. Nel Lazio è stato comunque segnalato anche in ambiente naturale. Sebbene si possa presentare in dense popolazioni, la specie non sembra apportare rischi sanitari per l’uomo, né si sono riscontrati impatti negativi di tipo economico. A causa delle sue dimensioni relativamente grandi e dell’elevata fecondità, A. leptodactylus è in grado di competere con diverse specie di gamberi autoctoni e alloctoni per l’Europa. Sebbene sia considerata una tra le specie alloctone a minore impatto sugli ecosistemi, non va dimenticato che, seppur limitatamente data la sua sensibilità, è in grado di trasmettere la peste al gambero autoctono Austropotamobius pallipes.

Specie simili
Gambero di fiume Austropotamobius pallipes 

Caratteristiche distintive
Colorazione del corpo bruno-verdastra. Ventre e zampe di colore biancastro. Chele robuste e granulose con margine interno irregolare e più chiare nella parte ventrale.

Specie simili
Gambero rosso della Louisiana Procambarus clarkii 

Caratteristiche distintive
Colore da rosso brillante a rosso scuro, a volte con riflessi bluastri nei soggetti dopo la  muta. L’addome è caratterizzato da bande scure sulla parte dorsale. Chele sviluppate con granulosità molto evidente e margine interno irregolare.

Specie simili
Gambero americano Orconectes limosus 

Caratteristiche distintive
Colorazione verde oliva con caratteristiche macchie bruno rossastre di forma quasi triangolare sulla zona dorsale dell’addome.  Chele granulose con margine interno liscio e punta uncinata.

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LIFE13 ENV/IT/842

Progetto CSMON-LIFE, Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE+.