Narciso marino, Giglio marino comune, Pancrazio marino (Sea daffodil)

Narciso marino, Giglio marino comune, Pancrazio marino (Sea daffodil)

Nome scientifico
Pancratium maritimum L.

Famiglia
Amaryllidaceae 

Ordine
Asparagales 

Classe
Magnoliopsida

Nome / nomi comuni
Narciso marino, Giglio marino comune, Pancrazio marino (Sea daffodil)

Nota descrittiva
Anche se viene comunemente chiamato giglio di mare, Pancratium maritimum non è un vero giglio ma una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Amaryllidaceae. Cresce spontanea sui litorali sabbiosi di molte regioni italiane dove è possibile ammirarne gli eleganti e profumati fiori bianchi, talmente tanto apprezzati che a partire dal XVIII secolo viene utilizzata come pianta ornamentale. Inoltre in Europa erano note fin dall'antichità alcune sue proprietà curative che ancora oggi trovano impiego nella medicina tradizionale di alcune zone dell'Africa e dell'Asia. Tuttavia la pianta è ritenuta potenzialmente tossica (contiene alcaloidi dai potenti effetti allucinogeni e cardiotossici) e l'uso per tali fini viene fortemente sconsigliato. 

Descrizione morfologica 
Pianta perenne alta 20-50 cm, glabra, glauca, provvista di bulbo sotterraneo sub-globoso munito di tuniche esterne membranacee di colore castano intenso e prolungate in una corta guaina; scapo fiorale liscio, compresso e robusto, terminante con una spata a due valve che avvolge la base dei tubi fiorali. Foglie 5-6(9) per bulbo e di colore verde-grigio, nastriformi, con apice ottuso, larghe 1-2 cm e lunghe fino a 60, spesso ripiegate longitudinalmente a doccia o ritorte a spirale. Infiorescenza ad ombrella con 5-10 fiori sessili di colore bianco e molto profumati che, come in tutte le bulbose, non hanno un calice ed una corolla distinti tra loro (perianzio composto di sepali e petali) ma un perigonio imbutiforme, in questo caso di colore verde e lungo 5-8 cm, formato da 6 tepali petaloidei. Come nei narcisi invece è presente una paracorolla composta da 6 lobi biforcati all'apice che danno origine a 12 denti triangolari. Contrariamente al narciso gli stami non dipartono dal fondo della corolla ma emergono dai lobi della paracorolla. Il frutto è una capsula obovoide loculicida contenente numerosi semi protetti da un pericarpo spugnoso nero e angoloso.

Nota ecologica 
Il giglio marino è una geofita bulbosa che colonizza le spiagge e contribuisce alla formazione delle dune litoranee poste generalmente entro i 50 m dalla linea di battigia (è specie caratteristica degli habitat tutelati dalla Dir. 43/92/CEE 2110 - Dune mobili embrionali e 2210 - Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae). Cresce facilmente in posizioni riparate, estremamente calde e soleggiate e in terreni ben drenati. Tollera periodi di siccità molto prolungati: per giungere a fioritura necessita estati molto aridi (in località caratterizzate da climi più freschi la produzione di fiori tende a ridursi). In inverno riesce a sopravvivere a temperature fino a -5°C: la parte aerea scompare e dissecca, mentre il bulbo rimane quiescente sotto la sabbia. I fiori del pancrazio compaiono da luglio a settembre con un profumo che diviene particolarmente percettibile durante le ore serali e notturne, soprattutto in assenza di vento. L'impollinazione viene effettuata da un lepidottero sfingide chiamato Agrius convolvoli che curiosamente riesce a visitare il fiore solo quando la velocità del vento è inferiore ai 2 metri al secondo. La disseminazione di questa specie è solitamente affidata alle correnti marine (idrocora) ed è permessa dalla porzione spugnosa dei semi che ne consente il galleggiamento. La maturazione e la dispersione dei semi avviene in autunno in concomitanza delle prime mareggiate stagionali che consentono ai semi di compiere lunghe distanze sulle distese dunali dove la specie vegeta. La pianta può moltiplicarsi anche per via agamica mediante disseminazione dei bulbi.

Contestualizzazione nella problematica ambientale della campagna
L'areale europeo delle specie appartenenti al genere Pancratium comprende tutte le regioni mediterranee, le Isole Canarie, le coste atlantiche del Portogallo, le rive del Mar Morto e la costa meridionale del Mar Nero. In Italia è possibile rinvenirla allo stato selvatico lungo le dune e le spiagge tirreniche, in quelle adriatiche (Molise e Puglia), ioniche ed in quelle delle due isole maggiori (Pancratium maritimum è particolarmente diffuso in Sardegna, assieme al Pancratium illyricum). Come tante altre specie psammofile (piante peculiari degli ambienti dunali caratterizzati da elevete concentrazioni di sali) il pancrazio sta diventando via via sempre più raro a causa dello sfruttamento delle coste a scopi balneari che provoca la progressiva scomparsa dei suoi habitat prioritari. A tal proposito in alcune regioni d'Italia (Lazio, Molise, Basilicata, Calabria) è considerata una specie protetta e la raccolta e l'asportazione dei fiori e dei bulbi viene proibita. Tuttavia allo stato attuale P. maritimum non risulta ancora catalogata come specie minacciata a livello dell'areale (NE - Not Evaluated, IUCN). Il nome del genere deriva dal gr. 'pan' = "tutto" e 'cratys' = "potente, forte", probabilmente alludendo alla capacità della pianta di resistere alle estreme condizioni dell'habitat: sabbie molto aride e salmastre, oppure si riferisce alle sue supposte virtù medicinali; l'epiteto specifico dal lat. 'maritimus, -um, -a' = “marittimo”, in riferimento all'habitat della pianta.

Specie simili
Pancratium maritimum L. 

Caratteristiche distintive
Foglie nastriformi, larghe 1-2 cm e lunghe fino a 60. Infiorescenza ad ombrella con 5-10 fiori sessili di colore bianco; paracorolla composta da 6 lobi saldati alla base e biforcati all'apice.

Specie simili
Pancratium illyricum L.

Caratteristiche distintive
Foglie lunghe fino a 30 cm e molto larghe (anche 5 cm). Fiori riuniti in grandi infiorescenze (fino a 15 fiori), di colore giallognolo quando in bocciolo, sono bianchi con il centro di colore giallo o giallo verdastro;  paracorolla composta da 6 lobi liberi.

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LIFE13 ENV/IT/842

Progetto CSMON-LIFE, Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE+.