Giacinto d'acqua, Aichornia (Common water hyacinth)

Giacinto d'acqua, Aichornia (Common water hyacinth)

Nome scientifico
Eichhornia crassipes (C.Mart.) Solms-Laubach

Famiglia
Pontederiaceae

Ordine
Commelinales

Classe
Magnoliopsida 

Nome / nomi comuni
Giacinto d'acqua, Aichornia (Common water hyacinth)

Nota descrittiva
Il giacinto d’acqua è una pianta acquatica originaria dell’America Meridionale che, trapiantata per mano dell’uomo in altri paesi a clima tropicale o umido, ha rapidamente colonizzato laghi e fiumi entrando in competizione con le specie autoctone e incidendo negativamente sulla qualità delle acque. L’elevata mobilità conferita dai fusti galleggianti e la riproduzione vegetativa sono caratteristiche fondamentali della sua rapida diffusione su vaste aree. Nonostante sia ritenuta una delle piante acquatiche infestanti più dannose sia dal punto di vista ecologico che da quello economico, viene tuttora comunemente coltivata come ornamentale da stagno. L'eradicazione di Eichhornia crassipes è molto difficile: è una pianta caratterizzata da una crescita molto rapida, con popolazioni in grado di raddoppiarsi in 6-18 giorni, per cui spesso soltanto una strategia di gestione integrata, comprensiva di un adeguato controllo biologico, può fornire una soluzione a lungo termine per il controllo di questa invasiva.

Descrizione morfologica
Pianta acquatica perenne che forma estesi tappeti galleggianti non ancorati al fondo (altezza 1-1,5 metri sopra il livello dell'acqua e 1 m sotto) costituiti da un intreccio di lunghe e pendenti radici, rizomi stoloniferi (rizoidi), foglie, infiorescenze e clusters di frutti. Le radici si sviluppano alla base di ogni foglia e danno origine ad una densa massa vegetale. Di solito lunghe 20-60 cm, possono estendersi fino a 300 cm. Sono di colore azzurro-viola tendente al bianco con l'aumentare della profondità per minore presenza di luce. I rizoidi possono essere presenti in due forme: steli fiorenti, 6 cm di diametro e 30-60 cm di lunghezza, emergono dal tappeto galleggiante; corti stoloni, lunghi circa 10 cm, sono prodotti sotto il pelo dell'acqua e risalgono come nuove gemme, caratterizzati da numerosi internodi: ogni nodo porta foglie e radici. Il rapporto tra numero di radici e steli dipende dalla disponibilità di nutrienti: in condizioni di scarsa reperibilità, la massa radicale può rappresentare oltre il 60% del peso totale dell'impianto vegetativo. Le foglie glabre e lucide con venature pressoché parallele, sono portate in rosette e variano tra 2-25 cm di lunghezza per 2-15 cm di larghezza, e tra forme che vanno dall'ellittica all'ovata-orbicolare; sono collegate all'apparato vegetativo tramite ampi, spugnosi e galleggianti piccioli sferici (dimensioni 3,5-33 cm) che costituiscono una delle caratteristiche distintive della specie. Le infiorescenze a forma di spiga si sviluppano dalla porzione apicale degli steli e portano ciascuna 6-15 fiori molto vistosi di colore rosa-violetto o viola-blu. Ogni fiore, lungo 4-6 cm e largo 3,5-5 cm, è costituito da 3 petali sepaloidi e 3 veri petali fusi alla base in un corto tubo (lungo 1-2 cm), lobi dei petali lunghi 2-4 cm. Il petalo con il lobo più sviluppato presenta una macchia gialla circondata da un contorno violaceo-blu scuro che ricorda il pattern dell'occhio del pavone. Antere di colore violetto; stami 6, tre dei quali piccoli e vicini al corpo tubulare del perianzio; e uno stilo caratterizzato da trimorfismo floreale. Ogni infiorescenza contiene normalmente da 1 a 20 capsule, lunghezza 10-15 mm, costituite da tre camere contenenti fino a 250-300 semi crestati e di forma ovoidale, ognuno grande circa 0.5-1 mm x 1.5-3 mm.

Nota ecologica
Il giacinto d'acqua è oggi presente in tutti i continenti. Cresce generalmente in tutte le zone umide: stagni temporanei poco profondi, paludi, laghi, bacini e corsi d'acqua. Forma tappeti galleggianti talmente densi che in alcuni casi è possibile camminarci sopra senza sprofondare. Sono piante in grado di tollerare elevate concentrazioni di sostanze tossiche e estreme fluttuazioni del livello dell'acqua, della disponibilità di nutrienti, del pH e della temperatura. E' invece molto sensibile al gelo e alla salinità. La specie è in grado di generare nuove rosette in brevissimo tempo e di diffondersi altrettanto rapidamente: gli stoloni vanno incontro a facile rottura e, in maniera isolata o insieme all'intera stuoia, vengono trasportati dal vento e dalle correnti, mentre i semi contenuti nelle capsule mature possono diffondere a lunga distanza in seguito a trasporto zoofilo per ingestione, o per via accidentale se rivestiti di fango; possono germinare immediatamente o rimanere inattivi per diversi anni. Fiorisce tutto l'anno nelle zone con clima mite. Forma biologica: idrofita natante.

Contestualizzazione nella problematica ambientale della campagna
Tra le piante con il tasso di produzione primaria più elevato vi è il giacinto d'acqua e per questo viene oggi considerata una tra le peggiori dieci infestanti al mondo: in soli 8 mesi 10 piante possono arrivare a produrne 655.330. Cosmopolita, è segnalata in 62 paesi, dove provoca gravissimi problemi ecologici, economici e sociali. Eichhornia crassipes sconvolge l'equilibrio chimico-fisico di tutti gli ambienti acquatici che colonizza. Le sue dense popolazioni causano una alterazione della struttura e della funzione degli ecosistemi che, in casi estremi, può portare all'interruzione delle catene alimentari e del normale ciclo dei nutrienti. I suoi estesi ammassi galleggianti impediscono alla luce solare di raggiungere la colonna d'acqua riducendo drasticamente la biodiversità negli ecosistemi acquatici. In più, per sostenere il suo elevato tasso di crescita, vengono consumati notevoli livelli di ossigeno che vengono così sottratti alle altre specie acquatiche vegetali e animali. Inoltre, la decomposizione delle porzioni morte provoca il rilasciamento di enormi quantità di sostanze nutritive che causano un deterioramento della qualità delle acque. Dal punto di vista economico, gli intricati tappeti di Eichhornia crassipes causano un ostacolo fisico ai corsi d'acqua, alle reti di comunicazione idriche, ai trasporti e alle attività ittiche. Alcuni studi mostrano come il consumo di carburante destinato alle imbarcazioni è circa tre volte superiore nelle vie infestate rispetto alle vie sgombre. Un altro problema consistente deriva dal caratteristico alto tasso di traspirazione che può provocare una diminuzione del livello idrico di bacini lacustri e stagni. Numerose evidenze mostrano come estese formazioni di Eichhornia crassipes abbiano un negativo impatto sociale: la deturpazione delle acque può incoraggiare la crescita di vettori biologici di organismi associati a malattie umane tra cui la malaria, la schistosomiasi, l'encefalite, la filariasi e il colera. La gestione di questa invasiva richiede ingenti quantità di denaro. Molti paesi stanno quindi adottando pratiche preventive per cercare di arginarne gli effetti nocivi. Al divieto di trasporto, di importazione, di raccolta, di possesso, di coltivazione e di vendita del giacinto d'acqua, vengono associati ulteriori misure quali il controllo delle imbarcazioni che, catturando stoloni o frammenti dell'apparato vegetativo, possono innescare nuove infestazioni. Sono in corso diversi studi per delineare eventuali applicazioni della pianta nei sistemi di fitorisanamento da metalli pesanti. Il genere Eichhornia è dedicato allo statista prussiano Johann Albrecht Friedrich von Eichhorn (1779-1856). Il nome specifico crassipes deriva da "crassus" grosso e "pes" piede, stelo. Il giacinto d'acqua è stato introdotto e largamente coltivato come ornamentale acquatica per via dei suoi fiori particolarmente belli. Un caso particolare di introduzione è ben documentato nel 1884. Durante la Southern States Cotton Exposition tenutasi a New Orleans, i visitatori della mostra ricevettero piantine di Eichhornia crassipes come souvenir. Poco tempo dopo la pianta era già ampiamente diffusa negli acquitrini della Louisiana, Texas e Florida. Rapporti aneddotici narrano che Mrs. Fuller, una cittadina della Florida, rimase affascinata dalla bellezza dei fiori di questa pianta nativa dell'Amazzonia. Tornata a casa mise a dimora nel suo giardino acquatico la piantina avuta come regalo. La pianta prolificava e cresceva in abbondanza tanto che il giardiniere della signora intorno al 1890 decise di condividere con gli altri le sue "bellezze generose" lanciandone alcuni esemplari nel fiume St. Johns. Nel giro di un decennio il fiume divenne talmente tanto intasato che la navigazione era diventata pressoché impossibile. In seguito la specie si diffuse in tutta la Florida e già nel 1950 aveva infestato 126.000 ettari di acque superficiali.

Specie simili
Eicchornia crassipes (C.Mart.) Solms-Laubach

Caratteristiche distintive
Pianta che si raggruppa in formaziooni vegetative galleggiante emerse e sommerse. Foglie di forma ellittica-ovata o arrotondata; possiedono un picciolo spugnoso e galleggiante. Fiori molto appariscenti ( 3,5-5 cm di diametro) di colore rosa-violetto o viola-blu con una macchia giallastra al centro di uno dei petali.

Specie simili
Monochoria vaginalis (Burm. f.) C. Presl ex Kunth  

Caratteristiche distintive
Simile in superficie, spighe con fiori muniti di sepali liberi alla base e di colore viola. Ampi ma in misura minore rispetto a E. crassipes. Piccioli non rigonfi. 

Specie simili
Monochoria cyanea (F.Muell.) F.Muell. 

Caratteristiche distintive
Tappeto vegetativo galleggiante ma affonda le sue radici al substrato.  Picciolo carnoso. Fiori relativamente vistosi (2-4 cm di diametro) di colore blu scuro. 

Specie simili
Pontederia cordata L.

Caratteristiche distintive
Radici fissate al substrato. Foglie collegate allo stelo tramite lunghi steli. Fiori relativamente piccoli (circa 2 cm di diametro ) in genere di colore blu-viola, occasionalmente bianco con due macchie giallastre. 

Specie simili
Eicchornia natans (P.Beauv.) Solms 

Caratteristiche distintive
Foglie a forma di rene. Fiori molto meno vistosi di E. crassipes.

Specie simili
Limnobium spongia (Bosc) Steud.

Caratteristiche distintive
Piccioli non rigonfi. Fiori piccoli, bianchi, solitari. 

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LIFE13 ENV/IT/842

Progetto CSMON-LIFE, Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE+.