Rospo comune

Rospo comune

Nome scientifico
Bufo bufo (Linnaeus, 1758)

Famiglia
Bufonidae

Ordine
Anura

Classe
Amphibia

Nome / nomi comuni
Rospo comune

Nota descrittiva
Bufo bufo è diffuso in gran parte dell’Europa, ad eccezione della porzione più settentrionale della Penisola Scandinava e della Russia, nell’Africa nord-occidentale e nell’Asia paleartica. In Italia la specie è presente in tutta la porzione continentale, in Sicilia e nell’isola d’Elba. Ha una corporatura tozza con pelle fortemente verrucosa. Le dimensioni medie sono di 50-90 mm nei maschi, e 80-150 mm delle femmine. Presenta dorsalmente una colorazione bruna, marrone, con macchie brune o nerastre, mentre ventralmente il colore è decisamente più chiaro. Posteriormente agli occhi sono molti evidenti le ghiandole parotoidi. Frequenta qualsiasi tipo di ambiente, anche se fortemente antropizzato. Ha abitudini terrestri ed è attivo al crepuscolo e di notte. Tra febbraio e maggio avviene la migrazione in massa di individui verso i siti riproduttivi. Durante il periodo della fregola si possono udire i vocalizzi emessi per lo più dai maschi. Gli individui adulti, se disturbati, possono attuare un comportamento difensivo che consiste nel gonfiarsi, secernere sostanze irritanti, ed emettere getti di liquido dalla cloaca.

Descrizione morfologica
Corporatura tozza, con pelle fortemente verrucosa, sacchi vocali assenti. Dorsalmente presenta una colorazione bruna, marrone, grigia o rossastra, con macchie o marmorizzature brune o nerastre. Le parti ventrali sono biancastre, grigiastre o brunastre, uniformi o con presenza di macchie più scure. L’iride è rosso-aranciata o color rame, più o meno vermicolata di scuro. Le ghiandole parotoidi sono molto evidenti, allungate, ellittiche, e divergenti tra loro nella porzione posteriore. La lunghezza massima è di 220 mm nelle femmine e 110 mm nei maschi. Nei maschi gli arti anteriori sono molto più robusti, e quelli posteriori più lunghi rispetto alle femmine. Inoltre, la palmatura dei piedi è più estesa, la pelle è meno verrucosa e durante il periodo riproduttivo sono presenti escrescenze cornee nerastre nel lato interno delle prime tre dita della mano. I girini possono raggiungere dimensioni di 35-40 mm, hanno il corpo di colore bruno-nerastro. La coda è decisamente più lunga che alta, con creste dorsale e ventrale grigie spolverizzate di nerastro. La cresta dorsale non si estende sul corpo. Lo spiracolo si trova nella parte sinistra, in posizione mediana del corpo. Gli occhi sono situati dorsalmente, la distanza interoculare è circa il doppio di quella fra le narici. L’apertura anale è equidistante dalle due estremità del corpo. Le ovature hanno la forma di un cordone gelatinoso trasparente, spesso 10-15 mm, e lungo 3-4 metri. Le uova sono disposte in 2-4 file e hanno un colore completamente nerastro. B. bufo è una specie politipica. In Italia sono presenti fenotipi riferibili sia alla sottospecie B. b. bufo, diffusa sulle Alpi e nella Pianura Padana, sia alla sottospecie B. b. spinosus, propria del resto dell’Italia continentale, della Sicilia e dell’Isola d’Elba che si caratterizza per la taglia e le parotidi più grandi, la colorazione contrastata (soprattutto nella femmina) e le verruche dorsali ben sviluppate, di regola spinulose e con punta scura.

Nota ecologica
Il rospo comune frequenta qualsiasi tipo di ambiente, anche se fortemente antropizzato. Non di rado è possibile trovarlo all’interno delle aree urbane e nelle zone sottoposte a colture di tipo intensivo. La specie vive dal livello del mare a oltre i 2000 m. Al di fuori del periodo riproduttivo conduce vita esclusivamente terrestre ed è attivo soprattutto di notte. Si riproduce in laghi, stagni, pozze, paludi, acquitrini, torbiere, vasche, abbeveratoi, canali, torrenti e fiumi a lento corso con, ma anche in acque debolmente salmastre. La riproduzione ha luogo tra la fine di gennaio e giugno e dura poche settimane. L’accoppiamento avviene con un abbraccio di tipo ascellare. I maschi competono per il possesso della femmina. Spesso più maschi si avvinghiano alla stessa femmina, al punto che essa può rischiare la morte per le ferite riportate o per soffocamento. La deposizione si protrae per diverse ore. Ogni femmina emette 1000 - 10.000 uova. Il maschio aiuta la fuoriuscita delle uova con le zampe posteriori mentre la femmina fissa alcuni tratti del cordone a piante acquatiche o corpi sommersi. La schiusa avviene dopo circa 2 settimane mentre la metamorfosi richiede di regola 1,5-3 mesi. La maturità sessuale è raggiunta a 3-4 anni di età nei maschi e a 4-5 nelle femmine. L’ibernazione ed l’eventuale estivazione hanno luogo in vari tipi di rifugi: negli anfratti del terreno, sotto le pietre o cumuli di vegetali, in tane scavate anche da altri animali, in grotte, nelle miniere, nelle cantine umide, nei muri a secco, sotto o entro tronchi marcescenti, etc. Prima della fregola, avviene la migrazione di massa, anche per 3-4 km, verso i luoghi di riproduzione, ai quali di regola gli animali sono piuttosto fedeli. I maschi, durante la fregola, emettono due tipi di canto, uno che regola i rapporti di competizione tra i maschi, l’altro che funge da richiamo sessuale. La femmina di rado produce vocalizzi, generalmente con tonalità più basse.  I rospi comuni sono voraci, nutrendosi sia di invertebrati che di vertebrati di piccola taglia, compresi i giovani della specie. Le prede sono catturate tramite la lingua vischiosa. Le larve sono onnivore, ma in prevalenza vegetariane. Gli adulti, se minacciati, manifestano un comportamento difensivo che consiste nel gonfiarsi ed erigersi sulle quattro zampe. Possono anche emettere liquido dalla cloaca e una secrezione biancastra, prodotta soprattutto dalle parotidi, velenosa ed irritante per le mucose. In natura la vita massima è di 10-12 anni. 

Contestualizzazione nella problematica ambientale della campagna
Nel Lazio la specie è ampiamente diffusa, qualche discontinuità si riscontra lungo la fascia costiera, soprattutto nella parte meridionale della regione. Negli ultimi anni B. bufo ha subito un generalizzato declino in zone sottoposte ad alterazioni ambientali di vario tipo. I principali fattori di minaccia per la specie sono la distruzione e il degrado dei siti riproduttivi, e l’utilizzo massiccio di sostanze tossiche in aree agricole. Un elemento di rischio notevole è rappresentato dal traffico veicolare lungo le strade che gli animali attraversano durante le migrazioni. Il rospo comune è inserito nell’allegato III della «Convenzione di Berna». Nella Red List dell’I.U.C.N. (2013) è attribuito alla categoria LC (least concern). Nel Lazio è protetto dalla L. R. 18/1988.

Specie simili
Pseudepidalea lineata  

Caratteristiche distintive
Colorazione verde.  Maschi provvisti di sacchi vocali. Ghiandole parotoidi parallele. Iride verdastra.

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LIFE13 ENV/IT/842

Progetto CSMON-LIFE, Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE+.