Tritone alpestre, Tritone alpino

Tritone alpestre, Tritone alpino

Nome scientifico
Mesotriton alpestris (Laurenti, 1768)

Famiglia
Salamandridae

Ordine
Caudata

Classe
Amphibia

Nome / nomi comuni
Tritone alpestre, Tritone alpino.

Nota descrittiva
Specie a distribuzione europea centrale e meridionale. In Italia sono presenti tre sottospecie: Mesotriton alpestris alpestris,  diffuso nelle regioni alpine e prealpine e riconoscibile per la colorazione ventrale giallo-arancio priva di punteggiatura scura, il dorso è grigio-ardesia raramente bluastro; M. a. apuanus distribuito lungo tutto l’Appennino settentrionale e centrale (fino alle Marche) con popolazioni isolate e relitte in Toscana centrale e nel versante laziale dei Monti della Laga, e caratterizzata da un’evidente macchiettatura nerastra della gola ventre e una colorazione dorsale tendente al blu o all’azzurro dei maschi in fregola; M. a. inexpectatus localizzato nella Catena Costiera calabrese e molto simile a M. a. apuanus da cui si differenzia per un numero di macchie golari nettamente inferiore. E’ una specie che vive in biotopi forestali a conifere, misti, decidui, prati alpini e pascoli secondari.

Descrizione morfologica
Tritone di taglia media (110-120 mm) dalla corporatura minuta e slanciata. La coda è sottile ed appiattita lateralmente, di lunghezza pari o leggermente minore rispetto al resto del corpo. La colorazione della livrea varia in base al sesso, tra le sottospecie e tra la fase di vita acquatica e quella terrestre. Durante le fase acquatica nei maschi è presente una cresta vertebrale, nera e gialla, non molto pronunciata e a margine rettilineo. Nella fase terrestre la cresta dorsale si riduce e resta solo un abbozzo. La colorazione dorsale dei maschi, specialmente durante il periodo riproduttivo, è molto vivace e variabile dal grigio-antracite ad azzurro iridescente con riflessi lilla o violacei. Lungo i fianchi e ai lati della testa è presente una banda argentea punteggiata di nero e marginata inferiormente da una stria celeste. La coda è bluastra con grandi macchie scure. Nelle femmine, prive di cresta in entrambe le fasi, è invece presente un solco mediano. La loro livrea è più chiara  e uniforme durante la fase acquatica, con una colorazione dorsale variabile dal bruno al grigio. Sui fianchi, privi della banda argentea, si sviluppano delle macchie nerastre che si accentuano procedendo verso il ventre.  Durante la fase terrestre la livrea dorsale è più scura e uniforme, spesso bruno-nerastra o nerastra. La colorazione ventrale in entrambi i sessi è variabile dal giallo-arancio al rosso, generalmente priva di macchie scure, almeno nella porzione centrale. Le larve misurano alla schiusa 7-8 mm per raggiungere al momento della metamorfosi i 30-50 mm di lunghezza. La colorazione dorsale e laterale è variabile dal bruno al grigio-verde, bruno-giallastro, con macchie irregolari più scure. La colorazione ventrale è chiara, dal bianco sporco al rosa chiaro. Sui lati del tronco sono presenti 12-13 solchi, dei quali 7-8 si prolungano sino al ventre. Coda terminante in maniera più o meno appuntita. L’uovo appena deposto ha un diametro di 1,4-1,8 mm, circa 2,5-3,5 mm con la capsula gelatinosa. L’emisfero animale è brunastro o grigio-brunastro chiaro, quello vegetativo biancastro.

Nota ecologica
In Italia la specie è presente in ambienti alpini, prealpini, appenninici o collinari ad un’altitudine compresa tra i 35 e i 2380 metri s. l. m., più frequente tra i 200 e i 1600 m di quota. Tra i tritoni italiani è quello maggiormente legato all’acqua e spesso i metamorfosati permangono nel sito dopo il periodo riproduttivo, anche tutto l’anno. Le sue capacità di adattamento gli consentono  di vivere in un’ampia varietà di ambienti, corpi d’acqua temporanei o semipermanenti, bacini di origine antropica, prati allagati o torbiere. La neotenia, ossia la presenza di caratteristiche larvali negli individui adulti, è molto frequente. E’ una specie attiva principalmente di notte, sia in fase terrestre che in quella acquatica. I periodi sfavorevoli vengono trascorsi sotto terra raggiungendo anche notevoli profondità. L’inizio del periodo riproduttivo dipende strettamente dall’altitudine e dalla latitudine del sito. La riproduzione usualmente ha luogo in primavera, a partire da febbraio-marzo, ma a quote più elevate si verifica in maggio-giugno, in qualche caso nei mesi autunnali.  L’accoppiamento è preceduto da una danza nuziale molto complessa in cui il maschio si esibisce con un battito caudale, per rilasciare poi la spermatofora se la femmina si dimostra recettiva. Ciascuna femmina depone singolarmente 100-300 uova fissandole alle foglie delle piante acquatiche che ripiega a portafoglio sopra l'uovo. La metamorfosi si completa in 4 mesi se la temperatura è di 20°C. Il regime alimentare è generalista, dipendendo dalle disponibilità trofiche del sito, e varia tra diversi artropodi acquatici e terrestri.

Contestualizzazione nella problematica ambientale della campagna
Essendo strettamente legato all’acqua, il tritone alpestre è minacciato prevalentemente dalla distruzione e alterazione dei suoi habitat acquatici. L’immissione di pesci, specialmente salmonidi, ha sicuramente un forte impatto negativo sulla specie. Nel Lazio è certamente tra gli anfibi più rari e localizzato essendo presente esclusivamente in un’area del versante laziale dei Monti della Laga. Le piccole popolazioni isolate, dell’Italia centrale e meridionale, sono particolarmente a rischio per l’esiguità del numero di siti riproduttivi. Nei Monti della Laga una seria minaccia è rappresentata dai continui disboscamenti e dall’eccessiva presenza di bestiame allo stato brado. Il tritone alpestre (sotto il nome di  Triturus alpestris) è elencato nell’allegato III della «Convenzione di Berna», non figura invece in alcun allegato della «Direttiva Habitat» 43/92/CEE. Nella Red List dell’I.U.C.N (2013) è inserito nella categoria LC (Least Concern).

Specie simili
Lissotriton vulgaris 

Caratteristiche distintive
Capo con striature evidenti, di cui una attraversa l’occhio. Colorazione ventrale gialla o aranciata al centro e tendente al bianco o al grigio-giallastro ai lati. Macchiettature più scure su tutto il ventre. Gola bianca con punteggiature più scure.

Specie simili
Triturus carnifex

Caratteristiche distintive
Evidente cresta vertebrale seghettata nei maschi e di una linea vertebrale longitudinale gialla nelle femmine. Gola nerastra fittamente punteggiata di bianco.

Specie simili
Lissotriton italicus

Caratteristiche distintive
Assenza di cresta vertebrale in entrambi i sessi. Macchia temporale dorata dietro l’occhio. Colorazione ventrale tendente al giallo chiaro o all’arancio con macchiettature più scure.

 

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LIFE13 ENV/IT/842

Progetto CSMON-LIFE, Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma LIFE+.